Se confrontiamo la tecnologia del 1969 con quella del 2019 è come paragonare la preistoria con l’età contemporanea: chi avrebbe mai immaginato una evoluzione così repentina ed esponenziale della tecnologia, del potere di calcolo e soprattutto dei mezzi di comunicazione come in questi ultimi trent’anni?
Eppure sulla Luna non vi è nessuna base d’istanza, almeno per quanto ci è dato sapere. Quest’anno, come i più vecchi di noi ricordano, ricorre il 50° anniversario dell’allunaggio ad opera dell’Apollo 11. Una missione entrata nella storia, che si riassume tutta nella pluricitata frase pronunciata (dicunt) da Neil Armstrong:
Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità
Al dilà del fatto che anche il concepimento di una frase simile non fosse frutto del caso e figlia dell’emotività di quell’istante bensì frutto di una pianificazione studiata a tavolino (e giustamente a mio modo di vedere), come del resto si fa per tutte le missioni che si suppone entreranno a pieno titolo nella storia, a me è sempre rimasto il dubbio se quella sia stata davvero la prima volta che l’uomo ha messo davvero piede sul nostro staellite.
In rete possiamo trovare una infinità di di tesi del complotto (il cosiddetto Moon Hoax) e della loro controparte che smonta queste tesi; il senso di questo mio post non vuole infatti assolutamente entrare nel merito. Mi chiedo solamente se davvero l’uomo sia sbarcato quella domenica 20 luglio 1969 sulla Luna.Il contesto storico
Analizzando il contesto storico e geopolitico è evidente che siamo in piena guerra fredda tra USA ed URSS e la propaganda delle due superpotenze è serrata nei confronti della conquista dello spazio; viene quindi facile pensare che chi per primo avesse conquistato la Luna sarebbe entrato a pieno titolo nella storia ed avrebbe segnato un punto di non ritorno nella conquista dello spazio nell’immaginario collettivo dell’umanità. E così fu.
Ma analizziamo anche il contesto tecnologico di allora e facciamo un paragone con quanto noi oggi abbiamo disposizione. All’epoca, parliamo del 1969 appunto (la seconda guerra mondiale era finita da poco più di vent’anni), non si sapeva nemmeno cosa fosse un computer, che veniva piuttosto chiamato “calcolatore” o “cervello elettronico” dagli addetti ai lavori. Occupava stanze di dimensioni inimmaginabili per noi oggi. Nemmeno un odierno server potrebbe esservi paragonato per estensione. Ma passi anche questo, diamo per scontato che la tecnologia dell’epoca ci abbia permesso davvero di allunare in quel lontano luglio. Ma oggi? non dovremmo andare sulla Luna senza alcuna difficoltà? In fin dei conti sono passati 50 anni, mezzo secolo. Ripeto, mezzo secolo. Con i superprocessori di cui noi tutti noi oggi disponiamo (basta pensare ad un semplicissimo smartphone), nemmeno lontanamente paragonabili per efficienza, potenza di calcolo e dimensioni rispetto a quelli degli anni ’60, dovrebbe essere non dico una passeggiata il viaggio Terra-Luna, ma almeno molto più semplice.
Ma lasciamo stare anche questo aspetto, diamolo per assodato. Comunque, oggi, luglio 2019, la Luna non dovrebbe rappresentare per noi comunque una base strategica di partenza per tutte le missioni spaziali? non dovrebbe essere quantomeno colonizzata con delle piccole stazioni, se non altro per sperimentazioni scientifiche condotte in ambiente extra-terrestre? Come non ricordare uno storico telefilm degli anni 70, Spazio1999, che già allora prevedeva come dato certo una base spaziale fissa sul nostro satellite, appunto la mitologica Base Lunare Alpha. Insomma tutte domande che hanno sempre vellicato la mia curiosità, a cui non riesco sempre a trovare risposta.
Ma una cosa è certa, ovvero che chi ha avuto la fortuna di seguire in diretta quell’evento ha vissuto un’esperienza irripetibile e d affascinante, provando un’emozione unica.
Buon 50° anniversario dello sbarco sulla Luna a tutti!
Per appronfondire:
Immagini da Wikipedia
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