Quasi incredibile per certi versi perchè dimostra chiaramente che i confini tracciati dall’uomo altro non sono che un tratto di penna su una carta geografica.
Questa è una storia che ha quasi dell’incredibile, una storia pressochè sconosciuta. Nemmeno io, pur appassionato di storia delle seconda guerra mondiale e di radio, e pur abitando a pochi kilometri dal luogo oggetto di questa affascinante vicenda, ne avevo mai sentito lontanamente parlare.
Sono passati pochi mesi dalla fine della guerra, è autunnno, per la precisione il 3 novembre 1945. Una data che a molti, praticamente tutti, non dice quasi niente se non fosse che quello è il primo giorno di emissioni di una radio pirata e clandestina, Radio Venezia Giulia. Un’emittente segretamente sovvezionata e sostenuta con i fondi del governo italiano, il cui scopo era quello di informare gli italiani rimasti e lasciati oltre confine, a Trieste ed in Istria e Dalmazia, sotto la Jugoslavia di Tito. E’ il primo esperimento di guerra fredda adriatica in onde medie.
Ma dove si svolge la storia?
Siamo al Lido di Venezia, quella lunga striscia di terra che fa da argine naturale tra il mare Adriatico e la laguna di Venezia. Per la precisione siamo a sud, agli Alberoni vicino alla bocca di Malamocco, a Forte Rocchetta o Batteria Rocchetta. Questo forte costruito dagli Austriaci a metà del XIX secolo era stato già da tempo destinato ad un uso militare della marina durante la seconda guerra mondiale. E fu proprio qui che venne segretamente installato secondariamente il trasmettitore di Radio Venezia Giulia (il primo trasmettitore venne installato sul tetto della chiesa di San Nicolò sempre al Lido) che diffondeva in onde medie sui 1380 kHz bollettini, informazioni e poi veri e propri programmi e rubriche con il preciso scopo di raggiungere le terre “al dilà del mare” Adriatico. Terre abitate anche da moltissimi italiani che diventarono poi esuli Istriani e Dalmati. La vicenda con il complicatissimo ed intricatissimo scenario storico, politco e militare è descritto nei dettagli nell’interessantissimo libro di Roberto Spazzali, Radio Venezia Giulia. Informazione, propaganda e intelligence nella
“guerra fredda” adriatica (1945-1954).
Nella foto qui sotto potete vedere a sinistra il lido di Venezia e a destra il particolare della punta degli Alberoni con la Batteria Rocchetta dove venne installato il trasmettitore di Radio Venezia Giulia.
Che scopo aveva fondamentalmente la radio?
La neonata radio, che operò per circa dieci anni tra il 1945 ed il 1954, aveva lo scopo di informare o meglio contro-informare oltre confine tutti i territori finiti al dilà della linea Morgan, praticamente sotto la Jugoslavia di Tito ed indirettamente sotto sfera del regime comunista sovietico. Ma non solo, RVG assolveva anche allo scopo di far sentire la vicinanza dell’Italia lontana e rimpianta da quelle popolazioni, quell’Italia che li aveva senza colpa abbandonati oltre confine; le sue trasmissioni volevano essere un concreto sostegno morale ed un conforto psicologico che paradossalmente si materializzava via etere. Questo è stato il primo messaggio diffuso dalla radio il 3 novembre: “Oggi 3 novembre, giorno di San Giusto e anniversario della redenzione di Trieste, una voce libera parla finalmente agli italiani della Venezia Giulia. Italiani, sappiate resistere. La vostra Italia, l’Italia di Garibaldi e di Matteotti, ritornerà, è la voce di 45 milioni
di italiani che non ci hanno dimenticato e non ci dimenticheranno”.
Ma con il passare degli anni RVG assunse un vera e propria funzione di intelligence, probabilmente a maggior ragione quando nel 1947 passò sotto il diretto controllo dell’agenzia Astra di matrice democristiana e probabilmente anche sotto l’impulso di Giulio Andreotti. Scenari che ci ricordano la nostra storia più recente nella lotta al pericolo comunista, in sostanza una vera e propria stay-behind, una gladio ante-litteram. Furono infatti molti gli informatori sotto copertura che infiltrati nei territori slavi oltre confine riuscivano a trasmettere in morse preziose informazioni con ricetrasmittenti, spesso crittografate, con codici che riecheggiano quelli delle odierne number station. La redazione in Italia poi aveva il compito, una volta filtrate, di ritrasmetterle al dilà dell’Adriatico per dare un’informazione alternativa a quella del regime comunista. In sostanza una vera e propria funzione di contro-informazione, una vera e propria guerra fredda adriatica combattuta in onde medie prima ed in onde corte poi.
Alcune specifiche tecniche
Come abbiamo detto in precedenza RVG cominciò la sua prima emissione il 3 novembre del 1945 in onde medie sulla frequenza di 1380 kHz con una potenza di 1kW ma poi spostò anche le sue trasmissioni sulle HF (onde corte) arrivando a trasmettere con 5kW di potenza. Le trasmissioni, che puntualmente infastidivano gli alleati angloamericani e gli jugoslavi furono contrastate con l’istituzione di Radio Koper (Capodistria, tutt’ora qui a Treviso facilmente ascoltabile all’imbrunire) e di Radio Pola che avevano il compito specifico di rettificare le notizie date da Radio Venezia Giulia. Nel suo operato l’emittente riuscì a produrre 3.800 trasmissioni (2600 in onde medie e 1200 in onde corte) ed il suo segnale, con modeste potenze, riusciva a coprire un raggio di quasi 400km, praticamente Lombardia, Veneto, Trentino e tutta la costa nord-orientale dell’Istria, della Dalmazia e delle isole del Quarnaro. Nel 1949 smise la sua emissione clandestina e divenne ufficialmente Radio Venezia III, inglobata dalla nascente RAI.
La radio vince sempre
In un palese contesto di guerra fredda questa storia ha quasi dell’incredibile per certi versi perchè dimostra chiaramente che i confini tracciati dall’uomo altro non sono che un tratto di penna su una carta geografica che le onde radio riescono a scavalcare senza nessuna difficoltà. Ha anche un alone di mistero perchè per anni non si sentì mai parlare di questa storia che potrebbe essere davvero un copione perfetto per la trama di un film.
Tutto ciò dimostra che la radio ancora una volta, durante e dopo la guerra, è simbolo vita ed ha il compito, nella sua più pura essenza, di essere foriera di messaggi di speranza e libertà. Contesti simili in tutto il mondo li ritroviamo infatti al confine di tutti quei teatri di guerra e di tutti quelle dittature e regimi, più o meno dichiarati, che impongono restrizioni e limitazioni alla libertà di parola dei popoli. Regimi che poi vengono puntualmente combattuti e spesso sconfitti inseguendo un anelito di libertà.
Link ed approfondimenti
Per chi volesse approfondire l’argomento lascio alcuni spunti di approfondimento qui di seguito:
Roberto Spazzali, Radio Venezia Giulia. Informazione, propaganda e intelligence nella
“guerra fredda” adriatica (1945-1954) – Libreria
Editrice Goriziana per l’Istituto Regionale per la cultura Istriano-
Fiumano – Dalmata, Trieste 2013.
Le storie della radio – Andrea Borgnino
Radio Venezia Giulia, la vera storia di una voce italiana nella Guerra Fredda – Andrea Lawendel
Nessun commento :
Posta un commento