Il codice Morse ha ancora un senso?

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Nell’era del digitale sempre più spinto ha ancora senso parlare di codice Morse? Ho trovato questo interessantissimo punto di vista di Fabio Bonucci (sigla IK0IXI), un radiomatore con un palmares da fare invidia, che ci illumina sull’utilizzo di un modo di comunicare che solo apparentemente potrebbe sembrare arcaico e dimenticato. Tutt’altro…

L’opinione di Fabio Bonucci (IK0IXI):

Il codice Morse è qualcosa che non ha eguali nelle comunicazioni; formato da due “livelli”, punto e linea, segno breve e segno lungo, estremamente musicale e per questo facilmente accessibile e fruibile. Se al punto e alla linea si assegnano i rispettivi suoni “Dih” e “Dah”, il Morse diventa un gioco musicale da bambini e non è tanto per dire; fate giocare un bambino con un tasto telegrafico e ve ne accorgerete da soli….


Primo codice di comunicazione digitale ormai in disuso nel mondo professionale, il Morse è ancora oggi in voga tra i radioamatori che lo mantengono vivo e vegeto…
Perchè andare in telegrafia? Semplicemente perchè mentre la fonia e i moderni codici digitali sono fini a se stessi (ovvia e banale la prima, rigidi e bisognosi di macchine gli altri), il codice Morse ha bisogno solo di un tasto e di un paio di orecchie per fare il giro del mondo (anche oltre dato che è usato anche nei collegamenti Terra-Luna-Terra). Ma non solo: la telegrafia e i suoi mezzi (leggi Tasti) permettono di comunicare in modo molto trasparente, molto di più della fonia e degli altri sistemi. Il Morse può sembrare monotono e rigido ai non addetti, ma invece è semplicemente musica; come tale ha le sue sfumature, i suoi ritmi, la sua timbrica e permette di trasmettere emozioni. Operando in Morse è infatti molto facile identificare il corrispondente subito, appena inizia a trasmettere, capire il suo stato d’animo, la sua anima…

Per un telegrafista il codice Morse sostituisce senza problemi la comunicazione vocale. Chi opera in telegrafia difficilmente sente il desiderio di qualcosa di diverso; il Morse gli dà tutto quello che gli serve e attraverso questo modo egli svela ai corrispondenti tutti i suoi aspetti più intimi. Si può parlare tranquillamente di “Morse veritas“…In questa pagina mi limiterò solo a dare delle indicazioni procedurali sullo svolgimenti del QSO in Telegrafia. Nulla di nuovo, è solo la procedura standard per Radioamatori. Non troverete nessun Corso di CW sul mio sito. A differenza di molti OM, io non ho la velleità di creare nessun corso, ce ne sono già troppi di “inventori” che non è il caso che anche io mi cimenti in questo campo. Consiglio però a tutti di seguire il classico metodo musicale in uso da oltre un secolo, lasciando stare altri “metodi” più o meno collaudati da altri.

NOTA

Purtroppo nel nostro “Bel” Paese negli ultimi anni, grazie o a causa dei social network e forums, è nata una nuova specie: il radiogiornalista. Si tratta di una nuova razza di radioamatori appassionati di CW al punto di non praticarlo mai.. Scrivono articoli, fanno collezione, danno consigli, organizzano incontri, fanno corsi, ma se provate a cercare il loro nominativo sul Reverse Beacon Network o sui log on-line vi accorgerete che non fanno mai nessun QSO…al limite 4-5 l’anno e poi in che modo….Normalmente stanno alla larga da chi il CW lo fa sul serio, non frequentano chi potrebbe condividere con loro la propria enorme esperienza, chi potrebbe traferirgli molta conoscenza in materia. Essi preferiscono una platea disinformata, pigra, superficiale pronta a recepire ogni loro “chicca”, ogni loro “buon” consiglio. Tutto questo ha una precisa logica: quando uno vuole crearsi il suo “gregge personale”, il gruppo di adepti al quale raccontare quello che gli pare, far passare il messaggio di essere o essere stato un grande telegrafista e quindi elargire consigli e nozioni a tutti, è pericoloso avere vicino chi potrebbe fare ombra o, peggio, potrebbe smascherare la propria pochezza e dimostrare agli altri chi hanno davvero davanti e chi stanno seguendo. Per questo motivo i radiogiornalisti evitano accuratamente contatti con tutti coloro che ne sanno molto di più, snobbano chi ha dimostrato da anni di avere voce in capitolo e si creano un mondo a se.


Per fortuna oggi la stessa information technology che ha permesso la nascita e diffusione dei radiogionalisti ne smaschera la loro natura… basta controllare il RBN (Reverse Beacon Network), essere attivi sulle bande usuali oppure guardare i video su YouTube e il gioco è fatto: vi renderete conto cosa intendo per radiogiornalisti…non sono mai attivi e hanno una pessima tecnica..
Non che me ne importi poi molto sotto il punto di vista personale, ognuno è libero di fare ciò che è lecito, non esiste nessun “diritto di prelazione” nel CW e ognuno è libero di seguire chi gli pare. Questi personaggi non mi arrecano nessun danno (anzi mi fanno anche divertire…).

Ma vorrei mettere in guardia i new comers: prima di accettare consigli inerenti il CW dal primo venuto, controllate se egli in effetti è un OM che pratichi la radiotelegrafia on-air e che abbia dei riconoscimenti importanti nel mondo CW. Controllate su RBN, su YouTube e chiedete informazioni. A monte di ogni didattica ci deve infatti essere la preparazione, la pratica e l’esperienza operativa. Non solo: la didattica deve avere un vasto riconoscimento per essere definita tale. Quindi anche coloro che sono capacissimi non è detto che siano buoni insegnanti, figuriamoci poi un radiogiornalista…potete facilmente immaginare cosa potrà insegnarvi…

Per approfondire

Fabio Bonucci IK0IXI

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