Medioevo, età di luce ed armonia

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Sprezzantemente denigrato come il periodo dei secoli bui, il medioevo fu invece un arco temporale di mille anni ricco di cultura, innovazione, luce e spiritualità.La parte maggiore di noi è incline a pensare che il medioevo, termine dispregiativo con cui vengono ingiustamente e frettolosamente liquidati mille anni di storia, dalla caduta dell’Impero Romano fino al Rinascimento, sia un perido buio, cupo, freddo a tal punto che anche il clima sembra rifletterlo (sembra non esistere mai il sole, la presenza della nebbia, del buio e della neve è una costante quasi in tutti i film), il medioevo è raffigurato come un’epoca di ignoranza e funestato da carestie inimmaginalibi.

Questa è un’idea profondamente sbagliata creata dalla propaganda del pensiero illuminista che considerava la ragione e l’io come l’unico fulcro dell’età moderna. Ma quei mille anni furono invece un periodo di armonia e splendore non solo artistico (si pensi all’arte del Giotto) ma anche culturale e letterario (uno tra tutti l’immenso Alighieri), un’epoca che vide la nascita della comunità non solo di contadini (villaggio) ma anche di studenti come l’Universitas Studiorum (la prima nacque a Bologna).

Gli stessi servi della gleba, la cui immagine giunge a noi come quella di contadini schiavizzati, erano certamente servi, non schiavi però  come nell’età classica e non erano poi così sfruttati; certo non potevano lasciare le terre affittate dal signore del luogo, ma i contratti venivano tramandati di generazione in generazione all’inifinito, non potevano risentire di aumenti, e nella peggiore delle ipotesi potevano durare un minimo di ventinove anni (29 anni si!), condizioni nemmeno paragonabili con il mondo moderno che conosciamo noi oggi.

L’inquisizione poi, nella propaganda illuminista, aveva lo scopo di bruciare sul rogo l’eretico per dimostare al popolo ignorante il fuorviante pensiero del singolo; in realtà il pensiero doveva si essere unico e dominante, quello della chiesa appunto, ma lo scopo dell’inquisizione era quello di istruire un’inchiesta, processare il colpevole e correggerlo per rimetterlo sulla “retta” via; quindi va da se che l’eventuale epilogo nel rogo veniva vissuto dall’inquisitore come una personale sconfitta.
Insomma i miti da sfatare in un quest’epoca, che non ha mai avuto il giusto riconscimento storico e tuttora viene ritenuta di mezzo, fu in realtà un’epoca moderna e di innovazione, fu un periodo di innalzamento spirirtuale in continuità con la maestosa epoca classica che lo precedette.

Il vero medioevo lo stiamo invece vivendo noi, un epoca buia che ha completamente sradicato la spiritualità in nome della superiorità della ragione, un processo inesorabile che vede il predominio del mercato e la marginalizzazione dell’uomo come individuo con la finalità di considerarlo cinicamente un bieco consumatore di inutili beni materiali. 

Immagini: Giotto, affreschi nella Cappella degli Scrovegni

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