Se dovessi spiegare ad un perfetto sconosciuto chi è e cosa fa un radiomatore probabilmente non saprei da dove cominiciare. Non tanto perchè non riuscirei a spiegare nel dettaglio chi è e che cosa potrebbe fare, quanto piuttosto perchè non saprei da dove cominciare essendo in se stesso l’argomento talmente sterminato.
La cosa migliore da fare è iniziare dal principio rispondendo alla domanda: chi è un radioamatore? Il radioamatore è una persona che ama la radio, ma più precisamente ama e studia il radiantismo, ovvero come si propagando le onde elettromagnetiche nell’etere. E fin qui è abbastanza facile.
Ma per diventare radioamatore bisogna in primis sostenere un esame ministeriale una volta passato il quale si ottiene la patente di operatore di stazione radioamatoriale. Eh si perchè il radioamatore è abilitato dal Ministero dello Sviluppo Economico ad operare una vera e propria stazione radio con un nominativo unico e specifico riconosciuto internazionalmente.
Infatti una volta passato l’esame si fa richiesta al Ministero del nominativo di stazione che è composto da una serie di lettere che apparentemente sembrano astruse, il mio nominativo internazionale è IU3QOA (in fonia è India Uniform Tre Quebec Oscar Alpha). Infatti ogni stazione radio, anche le broadcast o semplicemente un aeromobile, hanno un nominativo radio, ad esempio Radio24, RTL 102.5 o nel caso di un aeromobile una sigla che viene assegnata dall’ICAO.
Il nominativo si compone così: nel caso dell’Italia è formato dalla lettera I (in fonia ICAO si pronuncia India) seguita dal numero della zona postale (nel mio caso il triveneto è zona 3) e da due o tre lettere identificanti la stazione; dal marzo 2021 le lettere possono essere anche 4. Dopo la I e prima del numero può esservi una seconda lettera:
– W = Autorizzazione di classe B (Non più esistente)
– K, Z e U = Autorizzazione generale di Classe A, utilizzate per aumentare le combinazioni disponibili
– Alcune lettere indicano le Isole minori: es. IA5 (Elba), ID9 (Eolie), IE9 (Egadi) etc.
Le regioni a Statuto Speciale hanno tutte una seconda lettera dopo la I :
– X =Valle d’Aosta
– V = Friuli Venezia Giulia
– N = Trentino Alto Adige
– S = Sardegna
– T = Sicilia
Una volta ottenuto dal Ministero il nominativo di stazione però non possiamo ancora operare la stazione ma dobbiamo fare richiesta di una altro documento ovvero l‘Autorizzazione Generale che dura 10 anni e poi va rinnovata.
Nella realtà che cosa fa il radioamatore?
Adesso che abbiamo ottenuto tutte le nostre autorizzazioni possiamo cominicare la nostra attività on air e la prima cosa di cui abbiamo bisgno è un ricetrasmettore (RTX in gergo) ed ovviamente un’antenna per ricevere e magari anche per trasmettere che è la cosa più entusiasmante. Non voglio entare nell’ambito della scelta delle radio e delle antenne, ce ne sono infatti da poche centinaia di euro a migliaia a seconda delle esigenze di ognuno di noi e alle bande sulle quali si vuole operare.
Infatti i radioamatori devono per normativa operare su delle bande di frequenze specifiche ed assegnate, al di fuori delle quali non si ha l’autorizzazione ad operare. Le frequenze sono pubblicate su di uno specifico BAND PLAN che si può reperire tranquillamente in rete, un esempio che pubblico qui è quello per le onde corte (HF) della sezione ARI di Milano.
Come potete vedere esistono diverse bande che vanno dalle onde corte appunto, dove la lunghezza dell’onda elettromagnetica va da una decina ad un centinaio di metri fino alle micro-onde dove la lunghezza d’onda va da 1 a 0,1 mm. Insomma ce n’è per tutti i gusti.
Ma la magia avviene in aria
Adesso che abbiamo la nostra radio e la nostra antenna e abbiamo deciso di ricevere e trasmettere su di una frequenza specifica che facciamo? E’ proprio qui che avviene la magia dell’etere. Infatti a differenza di tutte le telecomunicazioni ordinarie, mi riferisco al telefono e alla televesione, il collegamento qui in etere avviene direttamente (il famoso QSO) tra la mia antenna e quella dell’altra stazione radio in qualsiasi parte del mondo. Detto in parole più semplici lancio la mia chiamata generale nell’etere su di una specifica frequenza (in gergo CQ) ed attendo che qualcuno dall’altro capo ascolti la mia chiamata e mi risponda. Oppure sono io stesso in ascolto su una determinata frequenza e capto una chiamata e provo a rispondere. Ecco è proprio questa la magia, il collegamento diretto, senza ponti o server ma sfruttando soltanto ciò che madre natura ci ha messo a disposizione, ovvero la ionosfera ed il riflesso delle onde elettromagnetiche.
Al giorno d’oggi, nell’era di internet, sembra un discorso antiquato e retrogrado collegare via radio una persona in qualsiasi posto del mondo usando una ricetrasmittente, invece è quanto di più affascinante esista. E’ un pò come andare a pesca nell’etere sperando di essere sentito e ricambiato con la conferma dell’avvenuto collegamento (il QSL). A volte capita che noi captiamo una chiamata ma non riuscisamo a rispondere perche la nostra “voce” non arriva all’altra stazione radio.
Oggi con internet siamo abituati ad inviare una mail o un whatsapp all’altro capo del mondo ed avere la risposta in tempo reale se il destinatario è online in quel momento. Ma quel “messaggio” inviato al destinatario innanzitutto passa via cavo e tramite una serie infinita di server che per qualsiasi ragione potrebbero essere inefficienti o nella peggiore delle ipotesi collassare per una serie sterminata di motivi.
La radio è sempre un passo avanti
Con la radio invece non rimarrete mai offline, ma sarete sempre on air, la radio è sempre un passo avanti, supera ogni spazio ed ogni confine fisico ed in caso di collassamento di internet avrete sempre un medium sul quale poter contare per qualsiasi necessità o richiesta d’aiuto. Insomma la radio per i non addetti ai lavori oggi è completamente dematerializzata, non ha struttura fisica nella sua rappresentazione, il device non esiste, ma è più viva che mai perchè ha saputo adattarsi al cambiamento in funzione delle varie necessità dell’evoluzione tecnologica e del mercato. Per noi radioamatori invece è una fedele compagna di attività, il device è più vivo che mai, le diamo ancora una forma fisica e ben precisa, ci affascina il suo corpo e tutte quelle meravigliose manopole e pulsanti con cui interagire alla ricerca di un collegamento, il più lontano possibile. Perchè ci piace immaginare che all’altro capo del mondo, magari in un isolotto sperduto nell’oceano, ci sia qualcuno cui giunge la nostra voce.
Buoni QSO a tutti e ricordatevi che la radio è vita!
Photo credit: Asheville Junction Blog
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