Un ostacolo che sembra insormontabile, tant’é lontano, ma sará tra cinque anni e in quel momento non ci pensi. É cosi che immaginavo io allora la maturitá nel lontano 1989, quando iniziai il IV Ginnasio. La stessa splendida architettura dell’edificio impone una reverenda missione o sottomissione ossequiosa allo studio. Quegli studenti, quasi uomini, cinque anni più grandi di te.Per me era quasi un’impresa affrontare il primo anno delle superiori: il liceo Classico, considerata una delle scuole piú difficili, con materie ostiche, quali latino e greco, e a detta degli estranei addirittura materie considerate inutili.
I 50 anni della Luna
Se confrontiamo la tecnologia del 1969 con quella del 2019 è come paragonare la preistoria con l’età contemporanea: chi avrebbe mai immaginato una evoluzione così repentina ed esponenziale della tecnologia, del potere di calcolo e soprattutto dei mezzi di comunicazione come in questi ultimi trent’anni?
Eppure sulla Luna non vi è nessuna base d’istanza, almeno per quanto ci è dato sapere. Quest’anno, come i più vecchi di noi ricordano, ricorre il 50° anniversario dell’allunaggio ad opera dell’Apollo 11. Una missione entrata nella storia, che si riassume tutta nella pluricitata frase pronunciata (dicunt) da Neil Armstrong:
Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità
Al dilà del fatto che anche il concepimento di una frase simile non fosse frutto del caso e figlia dell’emotività di quell’istante bensì frutto di una pianificazione studiata a tavolino (e giustamente a mio modo di vedere), come del resto si fa per tutte le missioni che si suppone entreranno a pieno titolo nella storia, a me è sempre rimasto il dubbio se quella sia stata davvero la prima volta che l’uomo ha messo davvero piede sul nostro staellite.