Telefono fisso

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Poeta come pochi, cantautore unico, in questo pezzo che apparentemente ad un primo ascolto sembra leggero e frivolo, Francesco Tricarico racconta tutta la nostalgia per quegli anni meravigliosi, squisitamente analogici e meravigliosamente liberi.

Telefono fisso è un condensato di ricordi, il rimpianto vivido per un’epoca che non potrà mai più tornare, ma che lascerà in chi l’ha vissuta dei ricordi bellissimi perchè veri e sinceri. In quel “eri solo tu” Tricarico evoca tutta la potenza narrativa di quel pezzo grigio di bachilite, il famoso bigrigio (qui una puntata del mio podcast dedicata all’argomento), il telefono fisso appunto, che ha saputo dare a tantissimi ragazzi e ragazze dell’epoca le emozioni più grandi.

Non si sapeva mai dov’eri, non si sapeva che facevi

è un grido di libertà, l’esatto contrario della contemporaneità odierna in cui, in un mondo iperglobalizzato, siamo reperibili 24 ore su 24 e più prigionieri che mai.

Il climax si raggiunge nel finale dove Francesco chiama la sua ragazza, Federica, ovviamente occupata (in bagno), lascia rispondere al telefono sua madre che fa quattro chiacchere con Francesco, ed è qui che entra in gioco l’incredibile potenza sinergica e la singolarità del telefono fisso, l’interporre infatti una terza persona, l’idea di far nascere un dialogo spontaneo e non ricercato, di far germogliare qualcosa di nuovo, tra due persone che si conoscono ma non sono di pari grado, qualcosa che oggi non è più realizzabile con il cellulare.

Vuoi aspettare o richiami? Richiamo grazie

E’ tutta qui la forza di questo pezzo. Ascoltatelo perchè vi regalerà un’emozione grandissima.

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