Sembrerà una banalità ma il vero ricco è chi dispone del proprio tempo libero, un bene preziosissimo che nessuno potrà mai rubarci. Sarà una mia percezione, ma mai come in questi ultimi venti/venticinque anni la gente è così stanca e sfinita dal tempo investito nel proprio lavoro. E’ fuori di dubbio che siano aumentati in maniera esponenziale gli impegni lavorativi (in parte per sopperire la carenza di altro personale non più rimpiazzato soprattutto nella PA e dall’altra per aumentare la “produttività”) tutto ciò a discapito della vita sociale e relazionale.
L’iperconnessione poi non aiuta certo a
staccare e la reperibilità continua ingenera fretta ed ansia, sempre cattive
consigliere per ogni decisione. Forse c’è anche una abitudine condivisa che è
quella di lamentarsi continuamente, ma molte persone che incontro o di
cui capto furtivamente qualche scambio di battute ripetono sempre la stessa
frase: “arrivo a casa la sera sfinito e alle nove mi addormento sul divano”.
Per cosa poi? Per essere sempre più competitivi? Con chi? E per che cosa? Ha un
senso tutto questo? Questa condizione è figlia del tempo in cui viviamo e della
società che ci aveva promesso che avremmo tutti lavorato di meno e aumentato le
nostre ricchezze grazie alla tecnologia ed invece ci costringe a comprimere
sempre di più i momenti di libertà, il tempo libero, la nostra vera ricchezza.
Ve la ricordate la rivoluzione digitale con la carta? Penso che siano ormai
appunto trent’anni che possiamo evitare di stampare documenti perché li abbiamo
in forma digitale, ma tutt’ora si continuano a fare entrambe le cose (a parte
che in termini di dispendio energetico costa molto meno stampare un documento
piuttosto che mantenere un server con un archivio digitale che consuma a
dismisura, ma questo è un altro discorso).
Sembrerà una banalità ma il vero ricco è chi dispone del proprio tempo libero,
un bene preziosissimo che nessuno potrà mai rubarci. Fatene tesoro.
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