Quando mi chiedono perchè si usa ancora il Morse li invito a leggere questo breve articolo

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Propongo di leggere questo breve inciso per fugare tutti le perplessità nei confronti di questa onda musicale, tratto dal libro The Art and skill of Radio-Telegraphy, di William G. Pierpont, N0HFF e tradotto in italiano da dell’INORC, Italian Naval Old Rhythmers Club (www.inorc.it).

Il codice Morse non è ormai obsoleto?

Spesso i profani ed alcuni di coloro che sono incuriositi dal Radiantismo pongono questa domanda: “Il codice Morse non è ormai obsoleto? Non è ormai stato superato dalle moderne tecnologie?” 

Nel 1912 nessuno si sarebbe potuto rifiutare di apprendere il Morse. La situazione allora era semplice: se non lo sapevi non potevi ascoltare e comprendere, ed ancor meno comunicare, con gli apparecchi “senza fili”. Al giorno d’oggi però il Morse non vuole abbandonare ed è duro a morire. Perché? Non solo persone di una certa età, ma anche le nuove leve hanno scoperto che è una disciplina che val la pena di imparare e di praticare, un piacere come quello di ogni altra particolare capacità.
Comunicare con questo sistema dà realmente piacere e soddisfazione. Alcuni lo trovano addirittura una distrazione eccellente, un mezzo che occupa completamente la propria attenzione consentendo di dimenticare i problemi quotidiani. 

Ma ci sono anche aspetti pratici. Il Morse può far passare un messaggio in situazioni dove altri
modi di emissione non riescono. Gli operatori sanno da molto tempo che i segnali in codice Morse superano distanze, interferenze e disturbi atmosferici in maniera sconosciuta ai segnali in fonia. E’ per
questo che gli appassionati delle piccole potenze di trasmissione (QRP) sanno che è molto più efficace della fonia. Inoltre le attrezzature necessarie sono più semplici e più piccole, usano meno energia, ed in una emergenza possono spesso essere costruite con semplici componenti.

Tutto ciò non passò inosservato ai Russi dell’epoca comunista. Furono anche loro colpiti dalla
affidabilità, semplicità e basso costo delle apparecchiature per le comunicazioni in Morse, e dalla
loro semplicità di manutenzione. (Seguendo la stessa “filosofia” le loro apparecchiature radio
militari erano a valvole, per evitare danni potenziali dovuti alle radiazioni). Perciò essi hanno nel
corso degli anni promosso e reso popolare l’apprendimento del codice Morse e lo sviluppo delle
capacità di usarlo. Esso faceva parte delle attività “sportive” civili. Erano organizzati campionati e
venivano premiati gli operatori migliori e più veloci. Così il regime si assicurava una grande
quantità di operatori esperti e capaci di alte velocità, nell’eventualità di una guerra. Parecchi anni
addietro due soldati americani, che erano anche radioamatori, furono presi prigionieri da una nave
che era troppo vicina alle coste Nord Coreane. Essi furono sorpresi nel constatare che moltissimi
civili di quel paese comprendevano il codice Morse.

Negli anni recenti i nostri (USA, n.d.t.) settori militari sembrano anche loro essersi svegliati
rispetto a questi argomenti, ed hanno ricominciato ad addestrare personale nella pratica del codice
Morse. Si sono anche resi conto che il Morse è un mezzo di comunicazione efficiente quando il
nemico disturba le trasmissioni normali. Ma ci sono altri vantaggi. Le trasmissioni in Morse usano
la larghezza di banda più stretta (dopo il PSK31 che usa ancor meno spazio ma ha bisogno di un
computer), il che significa per i radioamatori più canali disponibili in ogni banda. Esse hanno un
rapporto segnale-disturbo molto superiore, e inoltre consentono ad un operatore di separare
segnali molto vicini, filtrandoli “mentalmente”, sulla base della differenza di tonalità, velocità e
caratteristiche della trasmissione.


 

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