Un’Italia
semplice infine, con le sue difficoltà certo, ma più radicata nei valori;
un'Italia che credeva comunque in un futuro che oggi, in un mondo purtroppo
globalizzato, invece vacilla sempre di più e cede il passo ad una omologazione
delle idee e delle emozioni; ma soprattutto dei sogni. Per
la prima volta ieri ho visto Ultimo minuto, un film del 1987 diretto dal grande
Pupi Avati, con un cast di attori di tutto rispetto, tra i quali spicca
l’immenso Ugo Tognazzi, uno dei più grandi attori italiani, assieme a Diego
Abatantuono, Elena Sofia Ricci e tanti altri caratteristi di quegli anni.
Al dilà della trama che vede il finto avvocato Ferroni, General Manager, in
primis esautorato dal nuovo presidente, baluardo della trasparenza, che vuole
fare pulizia del vecchio ed intrallazzato establishment di ruffiani che gira
intorno alla squadra, ma che in secundis riesce invece a farsi apprezzare per
il suo vero e sincero amore nei confronti della squadra e dei suoi giocatori,
il film è piuttosto interessante perché offre uno spaccato di un Italia che non
esiste più. Un’Italia di ricordi e di velata nostaglia.
Fa tenerezza infatti vedere un calcio concepito a quei livelli, parliamo di
serie A, in cui c’è un attaccamento ai valori e alla bandiera che ormai è solo
un miraggio nell’odierno panorama calcistico. Gli stessi fisici dei giocatori
sono non paragonabili ai gonfiati gladiatori di oggi che popolano i terreni di
gioco. Poderose macchine da guerra concepite, costruite e finalizzate in
palestra questi ultimi a confronto degli esili e smilzi fisici come quello di
Massimo Bonetti alias centravanti Boschi. Quel mondo è fatto oggi solo di
spartizione e di compravendita di diritti televisivi, un mondo in cui i
giocatori sono solo delle macchine da soldi, apatici e quasi del tutto
distaccati dall’amore vero per la squadra in cui giocano.Oggi non esiste più la
domenica pomeriggio di campionato, o l'anticipo del sabato ed il mercoledì di
coppa. Punti fermi che hanno scandito la nostra gioventù di adolescenti.
Insomma uno spaccato all’apice degli anni 80 in cui ritroviamo delle vere e
proprie icone del mondo sportivo e del corollario che lo animava, da Enrico
Ameri ad Aldo Biscardi e Paolo Valenti, tanto per citarne solo alcune. Tanta
nostalgia di quegli anni che seppur rappresentavano un calcio semplice hanno
creato, in chi li ha vissuti, una vera e concreta esperienza emotiva; come non
ricordare Tutto il calcio minuto per minuto ed i suoi boati che improvvisamente
squarciavano le telecronache dei radiocronisti dai vari campi collegati al
momento di un goal.